Il fermo amministrativo auto, o su altri beni mobili, è un atto utilizzato dalla Pubblica Amministrazione e da altri enti per recuperare in maniera forzosa i propri crediti. Questa misura comporta il blocco del bene, fino a quando il debito non viene saldato.
È anche utilizzato come sanzione accessoria per alcune violazioni al Codice della Strada e comporta il divieto di utilizzare il mezzo fino all’estinzione del debito e alla cancellazione del fermo. Come funziona con precisione il fermo amministrativo? E cosa occorre fare quando si è ricevuto il relativo preavviso? Lo vediamo insieme.
Cos’è un fermo amministrativo?
Il fermo amministrativo è un atto con il quale le amministrazioni o gli enti competenti (Comuni, INPS, Regioni, Stato, etc.) “bloccano” un bene mobile registrato del debitore al fine di recuperare le somme dovute, che siano tasse, imposte o multe non saldate. Dunque tributi non versati, ma anche semplici contravvenzioni non pagate, possono portare al fermo amministrativo del veicolo di proprietà del debitore. Si tratta quindi di una forma di riscossione coattiva, introdotta dal D.P.R. n. 602/1973, che viene applicata sui beni mobili registrati, quindi mezzi di tutti i tipi,non solo automobili, impedendo al legittimo proprietario di servirsene finché non sarà estinto il credito dovuto. L’atto di fermo viene iscritto nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA), rendendo ufficiale il blocco del veicolo. A partire dalla data di notifica e fino a che il debitore non salda il dovuto o non ottiene comunque la cancellazione del fermo, il mezzo è sottoposto alle seguenti limitazioni:
- non può circolare, se lo fa rischia una salatissima sanzione amministrativa;
- non può essere radiato dal PRA, esportato o rottamato;
- deve essere custodito in un luogo non soggetto a pubblico passaggio, ad esempio garage o cortile privato.
Può invece essere venduto e anche per il nuovo proprietario varranno gli stessi limiti, per cui non potrà circolare o né rottamare l’auto acquistata e dovrà custodirla in luogo privato. Tuttavia, il venditore ha l’obbligo di comunicare all’acquirente la presenza di un provvedimento di fermo sul veicolo in vendita. I soggetti trovati a circolare nonostante il fermo amministrativo incorreranno ad una sanzione compresa tra 1.984 euro e 7.937 euro e subiranno anche la confisca del mezzo, cioè il passaggio definitivo della proprietà allo Stato. Infine, nel caso in cui il debito non venga saldato, il concessionario alla riscossione può pignorare il mezzo e farlo vendere, per rifarsi sul ricavato.
Di conseguenza, il proprietario del veicolo è obbligato a risolvere la situazione debitoria per poter tornare a disporre del proprio mezzo.
Come funziona il fermo amministrativo?
Il processo di fermo amministrativo inizia con la notifica di un preavviso da parte dell’ente creditore che indica l’intenzione di applicare il fermo se il debito non viene saldato entro un termine specifico. Trattandosi di recupero crediti per enti e P.A., il fermo amministrativo in genere viene eseguito e comunicato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (in precedenza Equitalia), il quale notifica al cittadino una cartella esattoriale con riepilogo di quanto dovuto all’ente creditore. Se nei 60 giorni successivi alla notifica (che si contano di calendario, festivi inclusi) il debitore non ha pagato, o non ha ottenuto una rateizzazione, una sospensione o un annullamento del debito, l’agente riscossore può attivare le procedure di recupero forzoso. Se Equitalia, per i debiti fino a 1.000 euro, non procedeva ad esecuzioni prive di una comunicazione di riepilogo del debito, adesso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non prevede alcun limite minimo per applicare il fermo amministrativo.
In ogni caso, l’esecuzione del fermo amministrativo, con iscrizione del provvedimento al PRA, deve tassativamente essere preceduta dalla notifica al debitore del relativo preavviso, che deve contenere le seguenti informazioni:
- tipo di debito, in modo da far comprendere al debitore quale sia la sua origine;
- importo dovuto;
- anno di riferimento del debito;
- numero identificativo della cartella esattoriale e data della notifica.
Dal ricevimento del preavviso decorrono ulteriori 30 giorni per il saldare, rateizzare, sospendere o far annullare il debito, altrimenti il fermo verrà iscritto. Attenzione: il preavviso è un atto necessario, in mancanza del quale il successivo fermo può essere contestato.
Cosa fare dopo un preavviso di fermo amministrativo?
La modalità principale per evitare un fermo è saldare il debito verso l’ente o la P.A., se davvero è dovuto. Del debito può essere chiesta la rateizzazione e tale richiesta blocca anche ogni azione esecutiva non ancora intrapresa, purché poi il piano di pagamento venga rispettato. Se invece il fermo già esiste basta eseguire con tempestività il pagamento della prima rata: fatto questo è possibile fare istanza all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (o ad altro agente per la riscossione) per avere la sospensione del fermo. L’agente rilascerà la dichiarazione con cui acconsente a questa sospensione e lo comunicherà al PRA. Se il bene oggetto del preavviso di fermo è un bene strumentale, si può fare istanza per ottenere l’annullamento, allegando la documentazione necessaria a dimostrare che proprio di bene strumentale si tratta. Allo stesso modo, si può richiedere l’annullamento di preavviso di fermo o la cancellazione di fermo già iscritto se il bene che ne è oggetto è destinato all’uso da parte di persona disabile.
In caso di contestazione del debito o di contestazioni relative alla cartella esattoriale è possibile richiedere la sospensione della riscossione all’agente della riscossione, che la inoltrerà all’ente creditore. La domanda dovrà essere accompagna da documentazione utile a verificare l’eventuale sospensione.
Per contestare un fermo auto, è possibile richiedere l’annullamento della cartella esattoriale entro 60 giorni dalla notifica. Se la cartella non viene notificata e si scopre solo in seguito al fermo, è possibile impugnare il preavviso: senza prova di notifica, il fermo viene revocato. Inoltre, è possibile opporsi al fermo se non si è ricevuto il preavviso, che deve essere notificato almeno 30 giorni prima del provvedimento.
Nel caso in cui il fermo sia stato iscritto per errore si potrà richiedere al concessionario di rivolgersi al PRA per ottenere la cancellazione gratuita dell’iscrizione.
Fermo amministrativo e Codice della Strada
Il Codice della Strada prevede, per alcune violazioni, il fermo amministrativo anche come sanzione accessoria, quindi ulteriore rispetto alla sanzione pecuniaria. È peraltro disposto in modo automatico il fermo amministrativo del mezzo in tutti i casi in cui viene applicata la sanzione accessoria della sospensione della patente, a meno che il veicolo non appartenga ad una persona che è del tutto estranea alla violazione o al reato e nei casi in cui la circolazione è avvenuta contro la volontà di questa persona (così stabilisce l’art. 214 c.d.s.). In questo caso il Codice della Strada prevede anche che:
“Sul veicolo deve essere collocato un sigillo, secondo le modalità e con le caratteristiche fissate con decreto del Ministero dell’interno, che, decorso il periodo di fermo amministrativo, è rimosso a cura dell’ufficio da cui dipende l’organo di polizia che ha accertato la violazione (…)”.
Come già detto, il veicolo, se non affidato a terzi specializzati nella custodia, viene affidato al proprietario, che ha l’obbligo di custodirlo in luogo non soggetto a pubblico passaggio. Se un veicolo in fermo viene fermato dalle forze dell’ordine durante un controllo, può essere sequestrato e il proprietario può ricevere una multa molto elevata, oltre alla perdita di punti sulla patente.
Come verificare il fermo amministrativo auto
Il fermo è un provvedimento che viene iscritto sul Pubblico Registro Automobilistico (PRA) in relazione alla targa che identifica il mezzo interessato. Il PRA ha infatti lo scopo di registrare tutte le vicende relative alle auto in modo analogo a quanto avviene con l’Ufficio del Territorio (presso l’Agenzia delle Entrate) per case e terreni. La tenuta del pubblico registro automobilistico serve per garantire certezza nei rapporti. Per verificare l’esistenza di fermo amministrativo dell’auto basta una semplice visura della targa del veicolo, che può essere effettuata presso una Direzione territoriale ACI, una delegazione ACI, un’agenzia pratiche auto oppure online, previo accesso tramite SPID. La richiesta della visura è disponibile al costo di 6 euro. È possibile controllare la presenza di un fermo amministrativo consultando il servizio My Car dell’app dell’ACI.
I costi della visura variano a seconda dei soggetti a cui viene chiesta, anche in virtù di maggiorazioni dovute al servizio offerto. La verifica può essere effettuata da chiunque, non per forza soltanto dal proprietario, per cui si può incaricare un’altra persona o un’Agenzia pratiche auto senza doverla per forza munire di delega.
Fermo amministrativo su auto usata
Se stai pensando di acquistare un’auto usata, ricordati, fra le altre cose, di richiedere una visura sulla targa del mezzo prima di concludere l’affare. Perché? Perché il PRA non è tenuto a verificare ed informare l’acquirente dell’esistenza di un fermo e la visura resta il solo mezzo per essere certi di stare comprando un veicolo del tutto libero da vincoli. Difatti, un fermo amministrativo emesso in data anteriore alla vendita del veicolo mantiene i suoi effetti anche dopo che il veicolo è stato ceduto, con tutti i limiti di circolazione, demolizione e radiazione che abbiamo già visto. Il nuovo proprietario non potrà utilizzare il veicolo finché il fermo non sarà cancellato.
Se il veicolo è stato venduto con atto di data certa anteriore all’iscrizione del fermo? In questo caso il provvedimento è sbagliato: è stato iscritto su un bene che non appartiene più al debitore. Per questo il concessionario della riscossione, a seguito di comunicazione da parte dell’ACI, provvederà in modo gratuito a richiedere la cancellazione del fermo amministrativo. Il veicolo non sarà quindi soggetto ad alcuna limitazione della disponibilità.
Se Nel caso di acquisto di un veicolo usato con iscritto un fermo amministrativo cosa può succedere? Il veicolo deve restare inutilizzato e custodito in luogo adatto, poiché vige il divieto di circolazione e radiazione, pena la confisca del mezzo. Se l’acquisto è già stato fatto, nulla si può eccepire all’agente della riscossione o all’ente creditore, visto che il fermo è iscritto su registri pubblici liberamente consultabili. È bene ricordare che il venditore dell’auto sottoposta a fermo amministrativo è tenuto a informare l’acquirente. Qualora questo non dovesse avvenire, il compratore può agire per ottenere l’annullamento della vendita o per una riduzione del prezzo d’acquisto pagato.
Come si cancella il fermo amministrativo?
Il fermo amministrativo può essere cancellato solo tramite l’intero pagamento della somma insoluta. Per i provvedimenti emessi dal 2020, non è più necessario comunicare al PRA l’avvenuto pagamento del debito. Sarà l’ente di riscossione a cancellare il fermo in maniera autonoma.
Per i fermi emessi prima del 2020, è ancora in vigore la vecchia normativa che prevede che sia il soggetto a presentare alla Direzione Provinciale ACI (che gestisce il PRA) la richiesta di cancellazione del provvedimento, presentando:
- il provvedimento di revoca in originale, che verrà rilasciato dal concessionario della riscossione, contenente i dati del mezzo, del debitore e l’importo del credito di cui si chiede la cancellazione;
- il certificato di proprietà (CdP) o il Certificato di Proprietà Digitale (CDPD), sul cui retro compilare la nota di richiesta, o il foglio complementare;
- il modello NP-3 (se non si utilizza il CdP o il CDPD come nota di richiesta);
- un documento di identità valido.
In questo caso, dovranno essere versati 32 euro per l’imposta di bollo qualora si faccia la nota di richiesta sul retro del CdP oppure 48 euro nel caso di utilizzo del modello NP-3. A seguito dell’esito positivo della richiesta, viene cancellato il fermo amministrativo e viene rilasciato il nuovo Certificato di Proprietà Digitale. Se il fermo amministrativo è stato iscritto per errore – ad esempio perché basato su una somma non dovuta dal contribuente – il concessionario della riscossione provvede a richiedere al PRA la cancellazione gratuita dell’iscrizione del fermo.
Bisogna pagare il bollo auto per veicoli in fermo amministrativo?
Il bollo auto è un tributo applicato a tutti i veicoli sul territorio nazionale da versare alla Regione in cui è residente il proprietario dell’autoveicolo o motoveicolo. Si tratta quindi di una tassa di possesso, da pagarsi a prescindere dall’utilizzo del mezzo, che viene calcolata su base annua secondo direttive regionali, potenza del veicoli in kW e impatto ambientale. Per questo motivo, il pagamento del bollo auto è obbligatorio anche per i veicoli sottoposti a fermo amministrativo. Il fermo non esonera il proprietario dal pagamento delle tasse di possesso del veicolo, inclusa la tassa automobilistica regionale. Questa regola si applica anche se il veicolo non può essere utilizzato su strada, in quanto il bollo è una tassa di proprietà e non una tassa sull’utilizzo.
Fermo amministrativo auto: l’assicurazione risarcisce il danno?
Da gennaio 2024 le auto sottoposte a fermo amministrativo non sono tenute a rinnovare la polizza assicurativa, perché devono essere custodite in aree chiuse e private. Ma anche nel caso in cui si decida di mantenere in essere la polizza, l’assicurazione non è tenuta a risarcire il danno causato da un’auto soggetta a fermo amministrativo. Sarà l’automobilista a doversi fare carico del pagamento dei danni e al risarcimento di terzi coinvolti in caso di incidente.
Una possibile eccezione è data dal caso in cui la macchina che ha causato l’incidente circolasse contro la volontà del proprietario (quindi in caso di furto), a condizione che fosse correttamente custodita.
Fermo amministrativo su veicoli cointestati
E se l’auto è intestata a più persone, di cui soltanto una è debitrice verso pubbliche amministrazioni o enti, che succede? È comunque possibile il fermo del mezzo? La questione non è chiarita dalla legge, ma è stata affrontata dalla giurisprudenza, la quale ha per il momento dato risposta negativa. Il fermo amministrativo non può quindi essere legittimamente iscritto su un’auto (o altro mezzo) che appartenga a più persone e di cui una sola sia debitrice. La decisione nasce per tutelare la persona estranea all’inadempimento che potrebbe vedersi negati i propri diritti.
Il pensiero comune è che sia sufficiente intestare l’auto a due persone per evitare in modo semplice il fermo amministrativo, ma è davvero così? In realtà, la cointestazione è valida solo se avviene da subito. Se si tratta di una donazione, l’atto potrebbe essere revocato entro 5 anni. Secondo il Codice Civile, è possibile richiedere la revoca degli atti a titolo gratuito qualora questi riducano il patrimonio del debitore, causando un danno per i creditori.
Fermo amministrativo: come si fa ricorso?
Il ricorso contro un fermo amministrativo può essere presentato se si ritiene che il provvedimento sia ingiusto o viziato da errori. Hai verificato che ci sono presupposti per contestare il provvedimento di fermo amministrativo: a chi devi presentare l’impugnazione? Si tratta di un problema a lungo discusso, su cui la Cassazione ha fatto chiarezza, fondando la distinzione sul tipo di debito che motiva il fermo amministrativo. Infatti:
- se il fermo è dovuto a mancato pagamento di oneri fiscali (tasse, sanzioni per il mancato pagamento di tasse, ecc.) la competenza è delle Commissioni Tributarie Provinciali;
- se il fermo è dovuto a mancato pagamento di contributi e sanzioni diverse la competenza è del giudice ordinario (quindi Giudice di Pace in caso di valore modesto e di questioni relative alle violazioni al Codice della Strada, Tribunale per valore più elevato e in caso di omesso versamento dei contributi previdenziali).
Il ricorso è ammissibile in caso di errori formali come la mancata notifica del preavviso. Se il proprietario dell’auto non riceve un avviso di fermo 30 giorni prima che il fermo sia trascritto al PRA, il provvedimento è da considerare irregolare e può essere impugnato.
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